E’ cambiato tanto…è cambiato quasi tutto, ciò che è rimasta sempre uguale è stata la finalità del progetto.
La prima versione di Medical Revolution, che riguardava solamente la parte Web (patologie, umano 3d, test clinici, esercizi, gestionale) fu installata nel primo studio in fase beta test nel febbraio 2017, dico installata perché la prima versione non era sul Cloud ma bensì installata nel computer come un vero e proprio programma.
Il primo Medical Revolution non aveva le App, in realtà in quel periodo avevamo pensato alla App per il paziente, ma era ben lontana dall’inizio della sua creazione. Ci siamo resi conto che la parte web dava già un grande supporto ed un grande aiuto al professionista, ma non bastava, serviva quel filo conduttore che potesse unire tutto il percorso, soprattutto quello post-riabilitativo, per non perdere il contatto con il paziente, l’obiettivo era quello lasciare qualcosa di tangibile, di utile al paziente affinchè fosse pienamente soddisfatto di tutto il percorso con il professionista.
La prima versione di MedRevo non era certamente quella che immaginavamo, i flussi, la logica, la user experience li davamo per scontati, erano intuitivi per noi che lo avevamo progettato ma la navigazione non era fluida e semplice per il professionista che doveva utilizzarlo con il paziente, per spostarsi all’interno del programma dal punto A ed arrivare al punto D era una operazione che richiedeva troppi passaggi, spesso fuorviante, soprattutto quando si doveva ritornare da D ad A.
I feedback non positivi dei professionisti sull’usabilità (per fortuna non sull’efficacia ) in beta test ci arrecò sconforto e frustrazione, ma ci fece fermare e ragionare sul fatto che nonostante il percorso fosse quello giusto, poiché la soddisfazione del paziente vi era già da allora, dovessimo apportare obbligatoriamente modifiche dal punto di vista della user experience, e questo risultava complesso per noi, ancora non ci eravamo messi nei panni di chi doveva usare MedRevo e che al contempo non sapeva nulla sul suo utilizzo.
Tantissimi bei progetti falliscono perché non sono semplici, non sono usabili.La complessità scoraggia l’utente e noi inizialmente trascurammo questo aspetto, concentrandoci solamente sulla finalità del progetto, ma non tenendo conto di tutto ciò che stava in mezzo.
Nel frattempo stavamo progettando la App lato paziente (solo Android, quella iOs era tutta un’altra storia e sarà successivamente il motivo della svolta del nostro progetto), era giugno 2017.Inizialmente quella Android, non era neanche nativa come quelle odierne, ma risultava una pagina online, in cui avevamo inserito solo 3 concetti:
- Esercizi da fare a casa
- Patologia
- Consigli da dare al paziente
- Consigli da dare al paziente
Risultato: pessimo, la app era troppo povera di contenuti, l’aspetto grafico era approssimativo, risultava essere tutto su una schermata e non ci soddisfaceva, senza tener conto dei “bug” (malfunzionamenti) che presentava.
Fino ad allora la parola “bug” la conoscevamo grazie agli aggiornamenti che si fanno sulle App più conosciute come Facebook, Instagram, Whatsapp ecc, ma successivamente è diventata, dico purtroppo, parte quotidiana del nostro vocabolario.
Nel frattempo eravamo arrivati a dicembre 2017, su carta avevamo un’idea affascinante e vincente, ma ciò che avevamo realizzato non corrispondeva neanche lontanamente a ciò che avevamo in mente, a livello concettuale ovviamente, metterlo in pratica dal punto di vista della programmazione era tutta un’altra storia.
Parte Web e App paziente andavano obbligatoriamente ribaltati. Percepivamo la sensazione che avremmo fatto un gran salto nel vuoto.